Aristocani e Nobilgatti
Maria Luisa Bonivento

Di tendenza è l’inserire con “nonchalance” tocchi di divertita ironia anche nei più importanti e classici arredamenti d’interni, per conferire loro dinamicità, come una nota di contrappunto in un pezzo musicale. Ci si può sbizzarrire secondo l’estro del momento: da una colorata opera di Keith Haring, a un jube box anni ‘50 che sia però funzionante, a dipinti che incuriosiscano e facciano stupire. Tra questi, perfetti i ritratti a mezzo busto dipinti da Daniela Ria. A prima vista sembrano classici ritratti di famiglia, dalle tonalità armoniche, con sfondi ben dipinti e una certa patina del tempo. Con la sorpresa, simile a quella di Cappuccetto Rosso quando, dalle vesti della nonna, vede spuntare la testa del lupo, si nota che vestiti di tutto punto, con una ricercata eleganza che ne mette in risalto i tratti nobiliari, non sono visi più o meno interessanti, ma espressivi musi di animali i cui occhi ci fissano dalla tela con un intenso sguardo che pare proprio umano. Un’idea fortunata quella di effigiare cani e gatti, nobilitandoli con vesti curiali o storiche, che hanno avuto il suo precursore nel pittore restauratore belga Thierry Poncelet che usava recuperare antichi quadri di antenati, sostituendone il soggetto, spesso non piacevole per i lineamenti somatici ormai estranei, con i ppiù familiari tratti dei beneamati animali domestici o da caccia. Un “divertissement” che, nel tempo si è sviluppato ed ha avuto un successo, grazie ad internet, anche al di là dei confini nazionali, se si pensa che Daniela Ria ha perfino dipinto il ritratto di Barney, lo scottish terrier nero del Presidente Bush. Non occorre obbligare il protagonista del ritratto a estenuanti pose di ore, è sufficiente scattargli un’istantanea; da questa l’artista saprà cogliere a pieno la fisionomia del nostro beniamino, nell’espressione che lo rende unico.